Le colline della morte by Chris Offutt

Le colline della morte by Chris Offutt

autore:Chris Offutt [Offutt, Chris]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2021-08-22T22:00:00+00:00


16

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Mick si svegliò alle sette, subito all’erta, ascoltando un pigliamosche pettogiallo cantare dal sottobosco fuori dalla finestra. Il cielo era azzurro chiaro, tagliato da una striscia rossa sopra la linea degli alberi. Dopo avere cambiato la benda al morso del mulo prese la pistola e scese dalla collina, fermandosi in uno slargo lungo la strada. Tirò fuori il cellulare dal cassetto del cruscotto e controllò il registro delle chiamate – ce n’erano altre due dalla Germania, ma lui le ignorò. Mandò un messaggio a Linda per dirle di raggiungerlo all’area di sosta di Smokey Valley e fare colazione insieme. Lei rispose immediatamente:

chiuso 5 anni fa coglione. vediamoci da bob

raccordo i-64. 20 min

Si fermò a una stazione di servizio che vendeva latte, uova, sigarette e attrezzatura da pesca. Sopra uno scaffale c’era una fila di giubbotti di salvataggio arancioni dentro a buste di plastica coperte di polvere, a dimostrazione del fatto che sulle colline preferivano affogare che spendere soldi. Come diceva sempre suo nonno, chi non sa nuotare non dovrebbe andare al lago. Sul retro c’era una vaporiera sotto una teca di vetro. L’aria era satura dell’odore forte delle salsicce. In un angolo del caffè erano seduti quattro anziani, che discutevano animatamente delle sorti dei Cincinnati Reds. Linda arrivò in ritardo di qualche minuto, coi capelli ancora umidi dopo la doccia.

«Mangi qualcosa?», gli disse.

Lui scosse la testa e si spostarono al bancone. Una donna magra con un anello al naso riempiva piatti di carta con uova strapazzate, salsicce, cracker, salsa e dischi di patate abbrustoliti. Linda si aggiustò il cinturone mentre si metteva seduta. Infilzò con la forchetta un pezzetto di ogni cosa e poi cominciò a parlare.

«Cosa è successo di tanto importante per doversi vedere così presto?»

«Non qui».

«Avevo dimenticato che scontroso bastardo sei appena sveglio. Postumi della sbornia?»

«No, ho smesso di bere», disse Mick. «Non devi aver paura che diventi come papà».

«Vaffanculo».

«E sono io quello scontroso».

Mick mangiò qualcosa come gli avevano insegnato, prendendo il cibo con un pezzo di focaccia. Suo nonno la chiamava «paletta», e Mick se lo ricordò che diceva: «Passami un’altra paletta». Finirono di mangiare e raggiunsero il suv di Linda. La luce del sole si spandeva sul parcheggio disseminato di buche, illuminando chiazze d’olio con arcobaleni di rugiada.

«Hai ancora l’Adottato sotto chiave?», disse lui.

«No, l’ho rilasciato l’altra sera. Lo sapresti, se ti degnassi di farti sentire. Sapresti anche che mi hanno di nuovo chiamato dalla Germania. Sanno che sei ancora qui».

«Dovevo tornare la settimana scorsa».

«Problemi?»

«Sì, ma ancora non sono davvero nei guai. Il comandante mi coprirà. Il peggio che può capitarmi è un articolo 15. Nessuna sanzione, ma possono obbligarmi a un ciclo di sedute dallo psicologo».

«Povero psicologo, in quel caso».

«Ma non succederà. Va bene per quelli con problemi emotivi o che fanno abuso di sostanze. E che sono assenti per questo. Io tornerò, e loro lo sanno».

«E allora perché continuano a telefonare?»

«Non lo so. Ma non me ne andrò prima di vedere Peggy, e non voglio parlare di lei».

«Ok, fratellone. Di che vuoi parlare?»

«So chi ha ucciso Nonnie».



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